Gli effetti della pandemia sul lavoro e la salute delle donne

In vista della Giornata internazionale della Donna dell’8 marzo, l’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE) venerdì 5 marzo ha pubblicato i nuovi risultati sull’impatto della crisi causata dal Coronavirus sull’uguaglianza di genere in Europa.

Gli effetti della pandemia hanno colpito le donne in modo più duro: dalle perdita di posti di lavoro e dalla riduzione dell’orario di lavoro, ai picchi di violenza domestica. I rischi per la salute delle donne sono aumentati, così come il loro carico di lavoro, con la sfida costante per cercare un precario equilibrio tra vita privata e quella professionale.

Le donne europee sono state colpite in modo sproporzionato dalla pandemia di Coronavirus perché sono la maggioranza tra il personale sanitario e in altri lavori che le mettono in contatto diretto con il pubblico.

Il documento riporta che da marzo dello scorso anno, 2,2 milioni di donne nell’UE hanno perso il lavoro e hanno avuto maggiori difficoltà degli uomini a trovarne uno nuovo.

Ci sono dati che confermano che i risultati duramente conseguiti negli anni passati siano stati annullati. La presenza maggioritaria di donne nei settori e nelle professioni meno retribuite, come l’ospitalità, la vendita al dettaglio o i servizi alla persona, le rende particolarmente vulnerabili nei mercati del lavoro colpiti dalla crisi covid-19.

Al contrario, i settori dei servizi che non sono stati così colpiti – come l’informazione e la comunicazione, la finanza e le assicurazioni, che impiegano principalmente uomini – hanno registrato un aumento dei tassi di occupazione. Una situazione che avrà un impatto negativo sull’ammontare delle pensioni delle donne e che allargherà questa e altre disuguaglianze di genere per i prossimi decenni.

A risultati simili era giunto rapporto pubblicato nel settembre 2020 dalla McKinsey negli Stati Uniti, realizzato su 317 imprese e con interviste a 40mila persone.

Molte donne, negli Stati Uniti come altrove, nell’anno della pandemia hanno deciso di rinunciare alla carriera, sono state travolte dalla sovrapposizione tra home office e la cura della famiglia, hanno dovuto seguire i figli lasciati a casa dalla scuola a distanza.

Tutto questo secondo la McKynsey, oltre ad avere degli immediati effetti negativi creerà un’ulteriore barriera all’accesso delle donne a ruoli dirigenziali, facendo perdere un decennio di conquiste sui posti di lavoro.